sabato 2 novembre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Senza dire niente, Alessandra alzò il piatto all’altezza del suo plesso solare e con la mano libera afferrò una delle uova, se la portò alla bocca e la addentò. Luisa era stupefatta: per la prima volta in due anni, la vedeva mangiare.
E la sua sorpresa era destinata a prolungarsi, perché, subito dopo, la ragazza allungò ancora il piatto verso di lei con l’apparente intenzione di offrirle l’altro uovo. Luisa esitò per un breve momento, poi decise di stare al gioco, ma, proprio mentre stava per allungare a sua volta la mano, emerse alla sua vista un dettaglio raccapricciante che le era prima sfuggito: la superficie all’apparenza bianca e lucida dell’uovo era in realtà pervasa di sottili ramificazioni venose che trattenevano ancora il loro sangue. Luisa si rese conto, in poche parole, che quello che aveva sotto gli occhi non era per niente un uovo bensì il testicolo spellato di un grosso animale, forse di un cavallo. Fece per gridare, ma si sentì la gola come paralizzata. In compenso, colpì però il piatto con una mano, facendolo finire rumorosamente in terra e andare in mille pezzi.
Fu a quel punto che si svegliò, ansimando e con il cuore in gola. Accese la luce dell’abat-jour e si guardò intorno. Il lettore cd era finito sul pavimento e aveva fatto più o meno la stessa fine del piatto del suo sogno. In fondo, si consolò, aveva pur sempre avuto una lunga vita, al di là di ogni sua aspettativa. Avrebbe voluto che la stessa sorte fosse toccata al sogno, ma purtroppo se lo ricordava nitidamente in ogni dettaglio.
Era stato in realtà un incubo bello e buono e, almeno nella prima metà, di un realismo impressionante: lei aveva veramente creduto di essersi alzata dal letto ed essersi diretta verso la cucina. E anche tutti i suoi pensieri successivi, che ricordava altrettanto bene, avevano seguito una logica impeccabile.
Si chiese allora quali associazioni di idee potessero averlo originato. Era stata la musica di Marilyn Manson a provocarlo? O forse i disegni che decoravano il Ragnarock e che lei aveva osservato a lungo? Sicuramente doveva riguardare la relazione, che aveva finito per mettere radici nella sua mente, tra la figura di Alessandra e il frigorifero. E il frigo conteneva in quel momento, tra le altre cose, delle uova…       
Luisa stava in ogni caso tornando lentamente padrona di sé e delle sue emozioni e decise, come prima cosa, di verificare il suo sospetto che potesse anche essere trascorsa una certa quantità di tempo dal momento in cui si era distesa sul letto. Ne ebbe la conferma non appena posò l’occhio sul display del suo cellulare. Facendo i calcoli, dopo l’ascolto del cd doveva aver dormito per un’ora e mezzo, forse due ore. Era anche troppo tardi ormai per mettersi a cucinare e, in ogni caso, il sogno le aveva fatto passare l’appetito. Anzi, la sola idea di mettere piede in cucina le dava la nausea e, se avesse visto un uovo, avrebbe probabilmente vomitato.



Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve et Coagula.



Ecco cosa puoi fare adesso...

  • Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • Ma l’appartamento nel suo insieme le sembrò diventato all’improvviso ostile, come se tra le sue pareti aleggiasse ancora l’eco del suo incubo. Luisa decise così che fosse meglio per lei uscire e camminare finché non si fosse tranquillizzata del tutto.
      Vagò per un po’ senza meta nelle vie del centro, poi entrò in un bar, si sedette a uno dei tavoli e ordinò una tazza di cioccolata calda. Nel frattempo si mise anche a sfogliare uno dei quotidiani messi a disposizione dei clienti per la consultazione e vide che, nella pagina dedicata agli eventi cittadini, era menzionato anche il Ragnarock. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
  • Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.


Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



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