Ma l’appartamento nel suo insieme le sembrò diventato
all’improvviso ostile, come se tra le sue pareti aleggiasse ancora l’eco del
suo incubo. Luisa decise così che fosse meglio per lei uscire e camminare
finché non si fosse tranquillizzata del tutto.
Vagò per un po’
senza meta nelle vie del centro, poi entrò in un bar, si sedette a uno dei
tavoli e ordinò una tazza di cioccolata calda. Nel frattempo si mise anche a
sfogliare uno dei quotidiani messi a disposizione dei clienti per la
consultazione e vide che, nella pagina dedicata agli eventi cittadini, era
menzionato anche il Ragnarock. In particolare, il trafiletto si occupava di uno
spettacolo che avrebbe avuto inizio alle ventitré nei locali del pub, un
concerto del gruppo musicale Hel. Era la prima volta in assoluto che lo sentiva
nominare, ma Luisa immaginò fosse uno dei tanti gruppetti locali di genere
heavy metal che le capitava di vedere pubblicizzati in manifesti sbiaditi
affissi nelle strade del centro, compresa la via dove abitava lei. E se anche
il nome Hel era preso in prestito,
proprio come nel caso di Ragnarock,
dai miti nordici, questo non significava che quel particolare gruppo musicale
si distinguesse dagli altri, o anche solo che fosse collegato direttamente al
pub.
Finita la
cioccolata, Luisa uscì dal bar. Si sentiva decisamente meglio ma non era ancora
pronta a rientrare nel suo appartamento. Dove poteva andare però a
quell’ora?, si chiese. Magari a trovare Giulia alla scuola di danza? Era una
possibilità ma non particolarmente allettante: non solo non era mai riuscita a
legare con nessuna delle compagne di classe dell’amica, ma in loro presenza era
la stessa Giulia a trattarla un po’ come un corpo estraneo. E, se anche era
vero che quella sera aveva a disposizione la scusa delle ricette vegan, era
ugualmente certa che alla fine Giulia avrebbe ricevuto le ricette dalle sue
compagne via e-mail e gliele avrebbe inoltrate allo stesso modo,
indipendentemente dal suo intervento.
Decise così di
continuare la sua peregrinazione in solitaria e camminò per un’altra decina di
minuti, finché non si rese improvvisamente conto che le sue gambe l’avevano
portata, in apparente autonomia, proprio nella via del Ragnarock. Strano però,
si disse, che non vi fosse nessuna traccia della confusione che si era
aspettata di trovarvi. Vide invece, in prossimità del pub, una fila ordinata di
persone in attesa di entrare e qualcuno davanti all’ingresso che aveva tutta
l’aria di esaminarli uno a uno prima di lasciarli passare. Forse il Ragnarock
non era un vero pub ma una specie di club privato, concluse Luisa. Oppure
quella era una serata speciale, a invito. Era incuriosita ma rimase ferma
dov’era, accontentandosi di guardare da lontano in attesa che lo spazio davanti
all’ingresso si svuotasse. Solo a quel punto si decise ad avvicinarsi.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Ma non fece quasi in tempo a gettare lo sguardo oltre la vetrina del pub, che tutte le luci all’interno, eccetto quelle di sicurezza, si spensero. Dopodiché riuscì solo a individuare, oltre ai contorni del mobilio, le sagome di alcune persone che sembravano confondersi con la parte più in ombra della parete di fondo della stanza. Si trattava in realtà, come Luisa si rese conto alcuni istanti dopo, di un varco che si apriva tra due colonne lignee. Un varco che lei immaginò dovesse portare allo spazio dove era previsto che suonassero gli Hel. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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