lunedì 2 settembre 2013

Parte AAAAAAAAAAB di Ivano Landi



Luisa lesse la fiaba tutta di un fiato, poi sorrise. Sorrise davanti alla sua ingenuità di bambina ma anche alla sua ingenuità di adesso. Cosa si aspettava? Di provare gli stessi brividi di allora? Chiuse comunque gli occhi e cercò di tornare con il ricordo ai giorni della sua infanzia. Soprattutto cercò di rievocare dentro di sé la voce della nonna mentre le raccontava proprio quella storia. Si ritrovò invece a pensare al giorno di dodici anni prima in cui finalmente si convinse ad andare a trovarla in ospedale. Troppo tardi però, perché era già in coma. E per giunta con la pelle tutta gialla e incartapecorita, trasparente quasi.
Avrebbe dovuto provare dolore allora, per la morte di quella che era stata la sua nonna preferita. Ma quelli erano per lei gli anni dell’indifferenza, gli anni difficili come li definiva sua madre, gli anni in cui esercitava il distacco dalla sua famiglia. Solo che non voleva pensare a ciò in quel momento. Sospirando, riaprì gli occhi e li puntò di nuovo verso il pc. Vide che era già entrato in stand-by e sfiorò così il mouse per fare riapparire il file con Zio Lupo.
Un’altra cosa che aveva scoperto il giorno prima: la fiaba era romagnola, proprio come sua nonna che era nata a Monghidoro, un paese a poca distanza da Bologna. Questo spiegava perché la conoscesse.
E a proposito di Monghidoro, un’estate vi aveva trascorso un periodo di vacanza in compagnia di sua madre e della nonna e aveva scoperto che era il posto che aveva dato i natali a Gianni Morandi. Una volta era riuscita anche a vederlo, seduto al bar con gli amici. Certo, vedere Kurt Cobain o Freddie Mercury le avrebbe fatto tutt’altro effetto, ma dovevano già essere entrambi morti all’epoca e casomai si sarebbe trattato dei loro fantasmi. A quel punto ebbe un sussulto: di nuovo un pensiero a cui non sarebbe mai arrivata seguendo i suoi normali percorsi mentali e ancora una volta collegato alla morte, come quello di poco prima con sua nonna. Che cosa le stava succedendo? La lettura di Zio Lupo aveva forse avuto un effetto al di là della sua comprensione? O c’entrava qualcosa la conferenza sui tarocchi? A questo punto era anche un po’ preoccupata per la possibile piega che avrebbero assunto i suoi sogni: si sarebbe forse svegliata nel cuore della notte in un bagno di sudore e col batticuore?
Fu in quel momento che ebbe l’impulso di guardare in direzione del corridoio. La porta era aperta e nella sua cornice si delineava il contorno di una figura minuta, alta forse un metro e cinquanta ma ben proporzionata. La debole luce della stanza ne traeva appena dall’ombra il fragile contorno come anche sprazzi dei folti ricci biondi e del tessuto bianco del pigiama.
«Alessandra… non mi aspettavo di vederti. Mi hai un po’ spaventata» scherzò Luisa.
Per qualche motivo la sua strana figura le apparve invece, in quel momento, rassicurante.  
«Vado in cucina a bere» disse l'altra, in tutta risposta.




Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve et Coagula.



Ecco cosa puoi fare adesso...

  • Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • Luisa poi la guardò passare davanti a lei con passo svelto e sparire dal lato opposto della stanza. Tese poi l’orecchio per sentire i suoni che provenivano dalla cucina. Ecco che Alessandra apriva e richiudeva la porta del frigo; poi prendeva un bicchiere dalla credenza, lo posava sul tavolo e lo riempiva con uno dei suoi succhi di frutta…  
      Una delle tante cose di Alessandra di cui Luisa non poteva fare a meno di stupirsi era che suonasse il violoncello. Non si considerava certo un’esperta di musica, soprattutto classica, ma spontaneamente lei associava  nella sua immaginazione quello strumento a una figura molto diversa da quella della sua inquilina.  [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABA di Ivano Landi, clicca sul link)
  • Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.


Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



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