«Io ti riporto solo quello che mi ha detto Eva Luna e
per lei sicuramente fa molta differenza, perché ha una fiducia totale in queste
cose. Quello che mi ha detto, in parole povere, è che lei non scommetterebbe un
soldo bucato sulle possibilità di riuscita di un rapporto di coppia tra voi
due».
A quelle parole il volto di
Luisa sembrò rischiararsi.
«Ecco finalmente una buona
notizia» esclamò «la serata non è andata quindi completamente persa».
«Perciò dai ragione a Eva
Luna?».
«Mm, ok, ammetto di essermi
sbagliata. Quindi cosa hai intenzione di fare adesso con Fabrizio?».
Luisa aggrottò la fronte: «Che significa
cosa ho intenzione di fare? Non hai mai sentito parlare di amicizia tra uomo e
donna?».
«Sì, certo, ma non è questo il
punto. La sensazione che ho avuto io è che Eva Luna non avesse tirato fuori
l’argomento così tanto per parlare. E se stesse cercando di metterti in guardia
da qualcosa?».
Luisa era sempre più
disorientata dalle parole dell’amica.
«Adesso stai esagerando,
Giulia. È da quando ti sei seduta che non fai che parlarmi delle tue
sensazioni. Senza contare che finora, ogni volta che io avanzavo dei dubbi su
Fabrizio, tu ti facevi in quattro per dimostrarmi che erano infondati».
Giulia rifletté in silenzio
per alcuni istanti.
«Sì, forse hai ragione tu»
ammise di nuovo «devo essermi fatta influenzare dall’atmosfera del pub o dalla stessa Eva
Luna che sembra fare vaticini anche quando chiede una birra».
Luisa stavolta sorrise alle
parole dell’amica, ma un attimo dopo si ricordò improvvisamente della stanza
sul retro del locale.
«A proposito, non è che hai
avuto occasione di vedere l’altra stanza, quella delle conferenze e dei
concerti?».
«È lì che siamo sempre state
sedute a parlare» le rispose Giulia «perché?
È importante?».
«Forse. Puoi descrivermela?».
«C’è poco da descrivere… è una
comune stanza, neanche molto grande, trasformata in una specie di teatro. Le
pareti sono dipinte di rosso come nel resto del locale, invece il soffitto è
affrescato come succede a volte nei vecchi edifici del centro. Per il resto ho
visto solo alcuni tavoli, delle sedie e un palco con il sipario calato».
«Niente di insolito, quindi»
concluse Luisa, con una punta di delusione nella voce.
Giulia stavolta guardò l’amica
con un misto di preoccupazione e curiosità. Le era sempre più evidente che le
stava tenendo nascosto qualcosa di vitale, a meno che, ed era una possibilità
che per il momento preferiva non prendere in considerazione, non avesse
veramente incominciato a immaginarsi le cose, a costruirsi una specie di mondo
separato che le permettesse alla bisogna di evadere dalla realtà. Il che
avrebbe anche comportato la possibilità che tutto quello che le aveva
raccontato di recente sulle sue insolite interazioni con Alessandra fosse, allo
stesso modo, solo un parto della sua fantasia. Niente, insomma, di cui stare
allegri.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- «Che ne dici se per stasera finiamo qui, Lu’?» disse al termine delle sue riflessioni «Sono stanca e vorrei andare a casa. Possiamo riprendere il discorso in un altro momento, magari domani, durante la cena».Luisa rifletté un momento: «Sai che forse non è una cattiva idea, la tua? Fabrizio potrebbe avere qualche altro elemento utile…». [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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