Luisa aveva appena terminato di scrivere un messaggio
di scuse a suo padre, quando Giulia fece ingresso a sua volta nel bar e si
sedette davanti a lei. Solo fino a un momento prima era stata pronta a
ricoprirla di domande, ma, non
appena notò che l’amica era su di giri, Luisa
sentì subito smorzarsi il suo impeto. In base alla sua esperienza, o Giulia
aveva tratto un vantaggio personale dal suo colloquio con Eva Luna, oppure
aveva in serbo per lei un asso nella manica sotto forma di qualcosa che le
avrebbe permesso, al momento opportuno, di divertirsi alle sue spalle. Luisa si
stava, in poche parole, preparando a tutto.
«Allora, com’è andata con Eva
Luna?» chiese.
Giulia, che sembrò
improvvisamente a disagio, tamburellò per alcuni istanti con le dita sul tavolo
prima di decidersi a rispondere.
«Direi che è andata allo
stesso tempo bene e male» disse infine.
Udendo quelle parole, ma
soprattutto davanti all’esitazione dell’amica, Luisa cominciò a chiedersi se le
cose non fossero andate in realtà molto peggio di quanto avesse osato pensare.
«In che senso è andata male?»
domandò ancora.
«Nel senso che, proprio come
immaginavo sarebbe successo, Eva Luna ha mangiato la foglia… quasi subito».
«Vuoi dire che si accorta che
non c’ero io con lei ma tu?».
Giulia assentì con un cenno
della testa.
«Te lo ha detto lei
chiaramente?» insisté Luisa.
«No, questo no» replicò Giulia
«ha retto la parte fino in fondo e secondo me si è anche divertita. Però si
capiva benissimo che mi aveva riconosciuto».
«Va be’, non ha importanza»
commentò Luisa «quello che conta è che ti abbia parlato delle Hel. Cosa hai
saputo?».
Giulia arrossì in volto.
«È questo il punto. Non mi ha
detto un bel niente su di loro».
Luisa stavolta la guardò
incredula. Non sapeva se dovesse arrabbiarsi o cosa, ma si sforzò di mantenere
il controllo.
«E di cosa avete parlato
allora per un’ora e mezza, se mi è consentito saperlo?» chiese sarcastica.
Giulia arrossì di nuovo.
«Di tarocchi soprattutto. Si è
detta anche disposta a insegnarmi qualcosa sull’argomento che non ha scritto
nel suo libro…».
«Adesso è tutto chiaro» la
interruppe Luisa «ti sei occupata dei fatti tuoi e ti sei fatta scoprire!».
Giulia negò con decisione.
«Ti assicuro di no. Io le
chiedevo solo delle Hel, ma lei era abilissima a dirottare ogni volta il
discorso su altro. Allora ho capito che lei sapeva di stare parlando con me e
non con te. Però qualcosa di strano è comunque successo…».
«Che vuoi dire?».
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- «Voglio dire che quando mi hanno accompagnata da lei ho avuto la netta sensazione che non si aspettasse di vederti. Mi è sembrata stupita e disorientata. Poi però si è rilassata di nuovo e deve essere successo nel momento in cui si è resa conto che c’ero io al posto tuo».«E se fosse davvero così, come te lo spieghi?». [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, tornaal capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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