Luisa scosse la testa. Stava di nuovo coltivando
aspettative che avrebbero forse finito per essere deluse. Meglio accontentarsi
di vivere le cose giorno per giorno, cosa su cui lei si faceva le
ossa ormai da anni. Non le contestavano forse tutti, a cominciare naturalmente
da Giulia, la sua totale mancanza di ambizioni e di obiettivi nella vita come
il più grave, e all’apparenza il più irrimediabile, dei suoi difetti?
Tornò quindi a concentrarsi
sulla brochure del concerto, in particolare sull’ora di inizio, le 21.15, e il
luogo dove si sarebbe
tenuto. Vide che era un semplice circolo ricreativo, ma non ci trovò
niente di strano. Dopotutto la sua inquilina era ancora una studentessa e doveva passare per la
gavetta. Comunque sia, Luisa aveva ugualmente delle aspettative elevate per la
serata e qualcosa le diceva che, almeno in quel caso, non sarebbero state
tradite.
Il circolo era, tra l’altro,
lontano dalla sua abitazione ma piuttosto vicino a quella di suo padre. Luisa
decise così che ne avrebbe approfittato per fargli visita e anche per rimanere
a dormire da lui, perché, se
c’era qualcosa che detestava a morte, era
viaggiare in scooter la sera tardi in pieno inverno.
Era meglio però che avvertisse
suo padre delle sue intenzioni. Dopotutto anche lui aveva una sua vita privata
e non voleva rischiare di essere indelicata. Decise di provare a chiamarlo
prima sul fisso; altrimenti, se il telefono avesse squillato a vuoto, lo avrebbe
cercato in ospedale dove lavorava come infermiere. Ma bastarono un paio di
squilli perché lui alzasse il ricevitore e rispondesse con la sua voce di
ultracinquantenne, ancora calda e profonda ma meno vitale di un tempo.
Luisa gli spiegò che si sarebbe
trovata dalle sue parti quella sera e voleva approfittarne per fargli visita.
«Se non ti dispiace» aggiunse
«mi trattengo anche a dormire. Conto di arrivare prima delle 23, che ne dici?».
«Dico che a quell’ora sono al
lavoro» rispose lui «ma la chiave comunque ce l’hai. Vorrà dire che ci vedremo
domani mattina al mio ritorno».
E dopo essersi accordati, si
salutarono.
E anche questa è fatta,
pensò Luisa, che poteva finalmente occuparsi del suo pranzo. Ma proprio nel
ritornare sola con se stessa, si rese conto che qualcosa in lei era cambiato
dal momento della scoperta dell’invito di Alessandra: non c’erano più le trenta
ore che la separavano dalla cena dell’indomani al centro del suo senso di
attesa, ma le poche ore che mancavano all’inizio del concerto. E tornò anche,
mentre si affaccendava ai fornelli, a prendere in considerazione l’idea di
scrivere a Eva Luna. In fondo, cosa le costava tentare? Se proprio le Hel erano
un argomento top secret, non avrebbe ottenuto nessuna risposta e tutto sarebbe
stato semplicemente rimandato a un’altra occasione.
Comunque sia, quando poi Luisa
si sedette effettivamente davanti al computer, affrontò il compito con non poca
trepidazione. E la sua sensazione, nel rileggere la mail, fu che proprio questa
trepidazione avesse finito per legarsi come un’ombra a ogni sua parola.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Cara Eva Luna,ero presente alla tua conferenza sui tarocchi alla libreria *** e penso che tu possa capire facilmente chi sono se ti ricordo un certo episodio di quella sera di cui sono stata protagonista insieme a Fabrizio (che so per certo che conosci). In poche parole, sono la ragazza che ha pescato dal mazzo la carta dell’Imperatrice. Ma non è per questo che ti scrivo, bensì per soddisfare una mia curiosità. E ti chiedo scusa in anticipo se dovessi, per questo, rivelarmi indiscreta. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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