Si
abbassò per evitare di essere costretta a toccare i cartoni e cercò di leggere
la data di scadenza che vi era sovrimpressa. Ci riuscì velocemente e, nonostante avesse preso in
considerazione, tra le altre, anche quella possibilità, rimase ugualmente
sconcertata dal risultato: tutte e tre le confezioni erano scadute da almeno un
anno! Il che significava che dovevano trovarsi nel frigo fin da subito dopo
l’arrivo di Alessandra nel suo appartamento.
E
adesso, si
chiese, cosa faccio? Vado fino in fondo?
Esitando,
con mano tremante, afferrò il primo dei cartoni e lo tirò fuori dal frigo. A
giudicare dal peso, sembrava pieno. Ne ebbe la conferma un istante dopo, quando
cercò di svitare il tappo: quel cartone era come nuovo, non era mai stato
aperto. Immaginò che la stessa cosa dovesse valere per gli altri due e ne ebbe
subito la conferma non appena provò a svitarne i tappi. Quindi, concluse, non
solo i tre succhi erano lì da un paio di anni, ma nessuno li aveva mai più toccati da
allora.
Ecco un
vero enigma, constatò, al cui confronto quello delle Hel le appariva
irrilevante. La sua inquilina doveva pur conservare da qualche parte il
misterioso liquido verde che lei era certa di averle visto bere almeno una
volta. Eppure nel
frigo non c’era nulla del genere.
Ci mise
un po’ a riprendersi dallo shock, ma decise che doveva esserci comunque una
spiegazione. Il problema, semmai, era come fare a ottenerla, visto con chi
aveva a che fare. Doveva in ogni caso mantenere la calma e, per il momento, far finta di niente.
Avrebbe solo alzato il suo livello di allerta e avrebbe cercato, se possibile,
di cogliere Alessandra sul fatto. Rimise intanto il succo al suo posto, nella
stessa identica posizione in cui lo aveva trovato, poi sistemò nel frigo anche
le verdure e richiuse lo sportello.
Era inoltre
tempo di preparare il pranzo, pensò, mentre sistemava nella credenza il resto della spesa.
Rifletté alcuni istanti, poi decise di cucinare tutto il petto di pollo che
aveva acquistato il giorno prima e anche gli spinaci al formaggio. Forse era un
eccesso di scrupolo il suo, ma ci teneva ad avere il frigo decontaminato per
l’indomani.
Doveva
però, prima di ogni altra cosa, dare un’occhiata alla posta. Chissà, magari
proprio quel giorno qualcuno aveva trovato di particolare interesse uno dei
suoi profili web e aveva deciso di non poter fare a meno delle sue competenze.
Dopotutto, quello che vi aveva scritto era quasi tutto vero e non avrebbe deluso troppo nessuno.
Detto
fatto, entrò nel suo studio-soggiorno per sedersi al computer, ma notò subito,
accanto alla tastiera, una busta da lettere. C’entrava Alessandra, ovviamente,
ma Luisa non capiva di cosa potesse trattarsi dal momento che la quota
d’affitto era già nelle sue tasche dal 5 del mese. Incuriosita, la aprì e
scoprì che conteneva l’invito a un concerto previsto per quella sera, dove la
stessa Alessandra avrebbe suonato insieme a una pianista e a una clarinettista.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Era anche incluso il programma della serata, che Luisa lesse con attenzione nonostante le dicesse ben poco:
- Johann Sebastian Bach (Vadim Ghin) - Trio Sonata in Do minore da L’offerta musicale, BWV 107
- Johannes Brahms - Trio in La minore, Op. 114
- Gabriel Fauré - Trio in Re minore, Op. 120. II. Andantino ... [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link).
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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parte in sé, non per scrivere continuazioni.
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