lunedì 28 ottobre 2013

Parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi



Nonostante i suoi timori, dormì però profondamente, risvegliandosi per di più al mattino con in mente l’embrione di qualcosa che si definì nel giro di appena mezzora come un vero e proprio piano di azione. Aveva sentito parlare delle proprietà purificatrici del sonno ma, per quanto poteva ricordare, era la prima volta che le sperimentava in prima persona con una tale nitidezza. Gli spazzini del sonno erano forse passati a ripulire il vestibolo del suo inconscio? Dopodiché il dio hipnos in persona doveva essere risalito a sua volta dal vestibolo di Ade e averla inseminata. Le mancava solo di saltare giù dal letto come Archimede era schizzato secoli prima fuori della sua vasca da bagno, lanciando il suo grido di Eureka.


Dopo una sbrigativa toletta si vestì e si preparò la colazione. Proprio mentre era seduta a mangiare, sentì il rumore della porta d’ingresso che si apriva e si richiudeva. Alessandra era uscita per andare a scuola come quasi ogni altra mattina. L’occhio le cadde spontaneamente sul portello del frigo. Perché non adesso?, si chiese. Che cosa la tratteneva dal soddisfare una curiosità in fin dei conti legittima? La risposta era sempre la stessa: la tratteneva la volontà di non tradire la fiducia, o l’ingenuità, della sua inquilina. Probabilmente sarebbe di nuovo esplosa prima o poi, come era accaduto il giorno prima, ma finché fosse riuscita a trattenersi…
Per un momento le sembrò anche di sentire la voce di Giulia che le ripeteva per l’ennesima volta che quella era casa sua e doveva pur sapere chi e cosa ospitava veramente. E non aveva alcun dubbio che la sua amica, al posto suo, avrebbe aperto da un pezzo il frigo e indagato sulla vera natura dei succhi. Ma era anche vero che Giulia e Alessandra non avrebbero potuto convivere sotto lo stesso tetto neppure per un giorno. E questo, da un certo punto di vista, stava a significare che le cose andavano come andavano perché poteva essere solo così e non altrimenti. Luisa, la paladina o profeta del neofatalismo: così si sarebbe presentata d’ora in avanti alle sue nuove conoscenze.
In realtà, era proprio Giulia che Luisa si apprestava a vedere in base al suo cosiddetto piano d’azione. L’avrebbe incontrata al supermercato, sempre che fosse di turno. In caso contrario, avrebbe allungato il tragitto e l'avrebbe raggiunta a casa.
Al suo arrivo davanti al negozio, indagò con lo sguardo oltre la vetrina e individuò in pochi istanti l’amica seduta a una delle casse. Solo a quel punto entrò, si procurò un carrello e dette inizio alla sua spesa. Il tempo a disposizione per il colloquio sarebbe stato giocoforza limitato, ma erano ormai abituate a comunicare  in modo telegrafico in occasioni come quelle.

«Ricordi le mie cene vecchio stile?» chiese Luisa all’amica non appena arrivò il suo turno.
«Vuoi dire le cene che offrivi un tempo ad amici e amiche, prima di diventare eremita?» replicò Giulia mentre passava, più lentamente possibile, la spesa dell’amica sul lettore della cassa.



 Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve et Coagula.



Ecco cosa puoi fare adesso...

  • Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • «Se ti piace metterla in questi termini… sì, proprio quel tipo di cene. Pensavo di farne una questo sabato. Posso considerarti dei nostri?».
      «Certo, molto volentieri. Ma posso almeno sapere chi sono gli altri invitati?».
      Luisa sogghignò, pregustandosi l’effetto delle sue parole.
      «Certo che puoi saperlo, perché no?» rispose «Saremo in tre: tu, io e Fabrizio». [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link)
  • Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.

Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



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