Quest’ultima
considerazione le balenò in mente all’improvviso e la sensazione immediata che
Luisa provò fu quella di un cerchio che, almeno in parte, si richiude. Ma
quando si era aperto, esattamente, quel cerchio? Era forse stato proprio il
giorno in cui aveva conosciuto Giulia? In effetti, rifletté, già la loro prima
conversazione sembrava racchiudere in sé buona parte del potenziale di quella
che avevano appena concluso.
Ma quanti anni erano passati da allora? Non era difficile stabilirlo, perché era lo stesso anno in cui aveva abbandonato l’università e questo faceva risalire l’episodio a un giorno d’estate di sei anni prima. Quel giorno, un suo ex compagno di corsi la invitò e l’accompagnò in auto a una festa che si teneva in una casa di campagna a pochi chilometri da Firenze. Mentre accadeva questo, un altro dei suoi compagni di università aveva invitato allo stesso modo Giulia, per lei ancora una perfetta sconosciuta. Ma a fare da battistrada al loro incontro e , in buona parte, a deciderne le sorti future non furono tanto i due amici quanto piuttosto un libro, Dio di illusioni, della scrittrice americana Donna Tartt.
Si potrebbe ben dire che a suo tempo
Luisa si imbatté per caso in quel particolare libro, mentre vagava tra i
corridoi di un supermercato pensando a tutt’altro. Fu la copertina ad attrarla
per prima, a colpo d’occhio, poi, a seguire, vennero il titolo e il prezzo. Già
questi tre elementi le sembrarono sufficienti, da soli, a darle la quasi
certezza dell’acquisto, ma la successiva lettura della presentazione sulla
quarta di copertina cancellò anche l’ultimo residuo di dubbio e il libro finì
prontamente nel suo cestino degli acquisti. La trama era quella di un thriller
e raccontava di un omicidio commesso da un gruppo di studenti universitari, ma
aveva una particolarità che Luisa trovò irresistibile: gli studenti
protagonisti del romanzo erano appassionati della civiltà dell’antica Grecia e
l’omicidio era stato da loro commesso in uno stato di estasi dionisiaca.
Fortunatamente, Dio di illusioni
superò poi anche l’esame della lettura
e si rivelò a suo parere valido non solo per le sue connessioni con l’antica
Grecia, ma anche come thriller in sé oltre che come torbida storia d’amore. E
Luisa amava i libri (e i film) di entrambi i generi: thriller e torbide storie
d’amore.
Ancora in seguito, poi, le capitò
talvolta di consigliare il libro a chi le chiedeva un parere su cosa leggere,
riuscendo però allo stesso tempo a evitare di prestarlo per almeno un paio di
anni, finché non seppe dire di no alla richiesta esplicita di una sua compagna
di università. Non rivide quindi per interi mesi, a partire da quel primo
momento in cui lo perse incautamente di vista, il prezioso oggetto e lo dette
anche per spacciato. Fino al giorno della festa in campagna, quando fece
ritorno da lei come un fedele animale da compagnia, accompagnato per di più da
un ulteriore, imprevisto, dono: Giulia.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Luisa scoprì la sera stessa com’erano andate effettivamente le cose. Per cominciare, la ragazza a cui lei aveva prestato Dio di illusioni era impossibilitata a partecipare alla festa e aveva quindi affidato a un loro comune amico e compagno di studi nonché, per l’occasione, accompagnatore di Giulia, il compito di riportarle finalmente il libro. Nulla di strano in tutto ciò, almeno fino al momento in cui Giulia salì in macchina e notò il libro posato sul cruscotto, lasciandosi sfuggire un’esclamazione di sorpresa.
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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