venerdì 6 settembre 2013

Parte ADB di Salamandra



Si alzò e prese il cappotto, deciso a non rimandare oltre. Tastò le tasche per essere certo di avere le chiavi della macchina con sé e scese per strada, pronto a riprendere l’appostamento e, con un po’ di fortuna, il pedinamento.
Il percorso della moglie, da casa al luogo d’incontro e dal luogo a casa, era sempre il più breve possibile, che fosse in macchina o a piedi. Quel giorno era a piedi e quindi lui, sceso dalla macchina, la seguiva tenendosi a una trentina di metri di distanza. Lei non si fermava mai e non perdeva tempo a guardarsi attorno. Gli dava un’idea di profonda sicurezza, quasi di superbia: non esattamente come l’aveva descritta il marito.
«È la persona più dolce del mondo, sul serio. Solo che ultimamente, sa…» gli aveva detto il marito «non credo proprio che, insomma, ci sia un altro. Ma è così strano!».
Lui non avrebbe definito strano un comune amante, ma d’altronde il lavoro come detective gli aveva dato la possibilità di vedere parecchie situazioni fuori dall’ordinario.
L’idea del tradimento continuava a non convincerlo del tutto, vista la stranezza degli incontri, ma d’altronde rimaneva sempre l’ipotesi più probabile. Comunque, quel giorno avrebbe scoperto la verità.
Scosse la testa, scacciando dai propri pensieri il marito: era alla moglie che doveva dare attenzione.
Mrs. Aubry si era fermata di fronte a un bar poco appariscente, dall’aria vecchiotta (data soprattutto dal mobilio che s’intravedeva dalla porta a vetri: probabilmente era lo stesso di quando avevano aperto e la cosa si notava). La donna vi entrò senza esitazione; lui si fermò dov’era, riflettendo sul da farsi. Poteva entrare e ordinare qualcosa, osservando la donna che aspettava il compagno, oppure poteva attendere che arrivasse lui per poi entrare. Decise di optare per la prima scelta, nella speranza di scoprire qualcosa di più su Mrs. Aubry: voleva capire quanto fosse veritiera la descrizione del marito, o quanto fosse brava lei a ingannarlo.
Entrando nel bar, sorrise alla ragazza dietro al bancone e guardò di sfuggita l’oggetto della sua investigazione, che aveva preso posto presso un tavolino appartato, vicino all’angolo. Di fianco, a poca distanza, c’era una slot machine.
«Ciao! Caffè?» chiese cortesemente la barista, mentre lui si toglieva il cappotto.
«Sì, grazie; macchiato» rispose, appoggiandosi al bancone.
Il locale era semivuoto; c’erano solo due ragazzine sui diciotto anni e un anziano con un giornale.
Qualunque cosa si fossero detti Mrs. Aubry e il suo amico, lui avrebbe fatto in modo di sentirla. Magari anche di registrarla.



Questa parte del labirinto è stata scritta da Salamandra (ovviamente è un nickname). 



Ecco cosa puoi fare adesso...

  •  Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • Al momento non ci sono alternative, mi dispiace...
  • Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.


Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



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