«È ora
di andare. Che ne dici Giuli?» disse all’improvviso, approfittando della pausa
di silenzio.
«Di già? Non vi ho ancora mostrato la
mia stanza…» protestò timidamente Fabrizio.
«Siamo venuti qui per vedere i quadri,
non le stanze…» replicò Luisa.
Giulia, a sua volta colta alla
sprovvista dall’iniziativa dell’amica, ebbe una reazione un po’ seccata: «Non
darle ascolto, Fabrizio, vedremo volentieri la tua stanza».
Poco più di mezzora dopo, le due
ragazze erano già in macchina e sulla strada del ritorno.
«Non riesci proprio a essere un po’
gentile?» furono le prime parole di Giulia dopo una lunga pausa silenziosa.
Luisa si aspettava il rimprovero e ribatté: «Non so che farci, a me
quel tipo dà sui nervi».
«Secondo me è perché sei prevenuta nei
suoi confronti» replicò Giulia «e senza motivo, perché lui non ha nessuna colpa
di quello che è successo la sera della conferenza, come non ne hai tu. Ma,
mentre è chiaro che per lui è acqua passata, per te sembra che non sia affatto
così».
Luisa rimase per un po’ immersa nei
suoi pensieri, poi si decise a ribattere ancora all’amica: «Se come dici tu per lui è acqua
passata, perché con me si comporta diversamente da come si comporta con te?».
Giulia la guardò stupita: «Adesso mi
diventi anche paranoica? A me sembra si comporti nello stesso identico modo con
te e con me».
«Sarà anche vero, ma mi auguro in ogni
caso di non rivederlo troppo presto».
«Be’, hai promesso di tornare per
quando avrà completato l’Arcano XV… non vorrai tirarti indietro, spero. A
proposito, secondo te è un autoritratto?».
Lì per lì Luisa rimase disorientata ma
poi capì, dal tono della voce ma anche dall’espressione del volto, a cosa l’amica si stesse riferendo. E si
lasciò, suo malgrado, anche sfuggire un accenno di risata prima di rispondere: «Come
posso saperlo? Mica ho la vista a raggi X! Comunque, se ci tieni a scoprirlo, per
quanto mi riguarda hai campo libero. Anzi, all’occorrenza sarò anche
collaborativa, purché da una distanza di sicurezza. Diciamo…».
«Diciamo che corri troppo per i miei
gusti» la interruppe Giulia «in ogni caso, per essere un artista così bravo,
non è molto intuitivo».
«Che vuoi dire?».
«Be’, ti ha definita una persona con i piedi per terra.
È come dire…».
Si interruppe all’improvviso. Erano
ormai arrivate a poche decine di metri da casa di Luisa e indicò proprio in
direzione del suo condominio.
«Hey, non è la tua inquilina quella? Cioè, vedo un contrabbasso con le
gambe, quindi deve essere lei».
«Non è un contrabbasso, è un
violoncello» la corresse Luisa.
«Qualunque cosa sia non è certo il suo
strumento» commentò l’altra «una così dovrebbe suonare il flauto o al massimo
il mandolino. Hai idea di come vada a scuola?».
«Non sono sicura, ma credo bene…»
rispose Luisa «a suo dire tiene anche dei concerti».
«Sul serio? Non è che ti sta prendendo
per il naso?».
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- «No, non credo che mentisca. Mi ha anche invitata ad andare a vederla suonare. Inoltre, un paio di volte è salita da noi una sua collega musicista con cui fa dei duetti».«Questa sì che è una notizia» esclamò Giulia «la mummia egizia che intrattiene relazioni con il mondo dei vivi!».«Già, proprio così. E come vedi non sono la sola a essere prevenuta verso qualcuno».
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
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