Ma forse
non era neanche corretto parlare di attrazione. Continuando a seguire lo stesso
filo logico che aveva seguito finora, Luisa ne deduceva che il suo aspirante
Imperatore potesse piuttosto sentirsi come investito dall’alto di una specie di
missione: la missione di far combaciare in un modo o nell’altro sogno e realtà,
magia e vita quotidiana. Erano appunto solo deduzioni le sue, ma nel caso
fossero state corrette le fornivano una ragione in più per non abbassare la
guardia.
Proseguì in quelle considerazioni e in
altre collegate fino al momento in cui la macchina non arrestò la sua corsa.
Per un momento ebbe un’impressione paragonabile a quella di riemergere da una
sorta di stato sospeso tra il sonno e la veglia. E si rese improvvisamente
conto che per tutta la durata del viaggio (i quindici minuti previsti da
Giulia?) non aveva ascoltato una sola parola di ciò che si erano detti i suoi due amici. Ma neanche era
stata da loro interpellata per qualcosa.
«Avevi un’espressione così beata che
ti abbiamo lasciata dormire in pace» le spiegò Giulia non appena misero i piedi
sull’asfalto «ma davvero non capisco come hai fatto ad addormentarti così di
colpo».
«Non stavo per niente dormendo»
replicò Luisa un po’ risentita «ero
soltanto rilassata».
Lasciarono comunque cadere lì il
discorso e seguirono il loro nuovo amico prima oltre un cancello poi
attraverso un giardino di discrete dimensioni.
«Davvero un bel posto, Fabrizio»
commentò Giulia «i miei complimenti».
«Be’, io in realtà posso permettermi
solo l’affitto di metà della mansarda» replicò lui «ma per un pittore è la
situazione ideale. Aria, luce, un senso di spazialità… davvero non potevo
sperare di meglio».
Entrarono quindi nell’edificio e dal
piano terra salirono una breve serie di rampe di scale, fino a sbucare in uno
spazio lungo e stretto ma ben illuminato dall'esterno e delimitato sulla
sinistra da una balaustrata in legno.
«Si può dire che questa sia la mia
galleria» disse Fabrizio, indicando la parete alla loro destra, tutta
tappezzata di dipinti a olio. Erano opere di stampo realista, caratterizzate
nel loro disegno da un’estrema cura del dettaglio, ma i colori squillanti e
quasi piatti le facevano in qualche modo assomigliare alle illustrazioni dei
libri di fiabe.
Luisa si soffermò in particolare su
una tela che mostrava in primo piano un campo di papaveri dai petali color
rosso fiammante e sullo sfondo una montagna la cui sommità si confondeva con
l’azzurro del cielo.
«Questo dipinto si intitola Ai piedi del Monte Analogo» le spiegò
l’amico «ovviamente il titolo
è riferito al famoso romanzo di René Daumal».
Sarà famoso per te, pensò lei, io è la prima volta
che lo sento nominare.
Era in ogni caso ammirata e lo stesso
sembrava valere per Giulia, che passava da un wow all’altro quasi senza
soluzione di continuità.
«Ma i tarocchi dove sono?» chiese a un
certo punto ancora Giulia.
«Oh, quelli sono tutti nel mio
atelier. Ve li mostrerò tra poco. Prima però ci prendiamo un tè tranquillamente
seduti».
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco
cosa puoi fare adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- E detto questo, dopo ancora un’ultima breve deviazione a sinistra, Fabrizio guidò le sue due ospiti oltre la porta d’ingresso della mansarda vera e propria, fino a un salottino che a Luisa ricordò il suo per dimensioni e collocazione.«Questo è lo spazio in comune della mansarda» spiegò Fabrizio aggiustando nel contempo, da bravo padrone di casa, i cuscini sul divano «insieme al bagno e al cucinotto che, come potete vedere» aggiunse indicando alla loro destra «è stato ricavato trasformando il terrazzino in una sorta di serra».«Wow» esclamò per l’ennesima volta Giulia «ma questa è la casa dei miei sogni!». [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAAAAAAAAAA di Ivano Landi , clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza
e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!
Attenzione: lo spazio dei commenti qui sotto
può essere usato per fare commenti tecnico/stilistici o di gradimento sulla
parte in sé, non per scrivere continuazioni.
Nessun commento:
Posta un commento
Che cosa ne pensi di questa parte del dedalo?