Un lungo e accalorato applauso: fu questa la reazione,
del tutto imprevista, dell’ascoltatrice al termine della lettura.
Non appena si fu ripresa dallo stupore, Luisa la rimproverò
dolcemente: «Che ti prende? A quest’ora poi… sveglierai tutti nel
palazzo!».
«No, non tutti dormono» replicò calma Alessandra.
Luisa sospirò: «E tu come fai a saperlo? E poi che
significa? Anche se ci fosse solo una persona che dorme sarebbe abbastanza».
Si interruppe. Ma cosa stava facendo? Cercando di
farla ragionare? Era quasi certa che le sue parole stessero cadendo nel vuoto,
nel vuoto di una voragine di cui ancora non era in grado di definire la vera
estensione. Finora aveva pensato alla sua inquilina solo come a una persona
particolare, un’artista un po’ eccentrica che aveva deciso di stabilire un
confine netto tra il suo alveo vitale, l’ambiente della musica, e il resto del
mondo. Per questo motivo lei aveva rispettato la sua scelta, non importava
quanto la trovasse eccessiva e talvolta perfino crudele. Ma quella sera, a due
anni di distanza dal loro incontro, si rendeva improvvisamente conto che c’era
ben altro dietro, che il comportamento di Alessandra non era il semplice
risultato di una stravaganza artistica portata all’estremo ma di qualcosa di
diverso. Adesso sapeva, al di là di ogni ragionevole dubbio, che le mancava un
venerdì. Anzi, dovevano mancarle almeno tutti i giorni dispari della settimana.
Però, pensandoci meglio, i conti non tornavano
ugualmente. Perché, se era davvero così, come faceva a cavarsela da sola, a
centinaia di chilomeri di distanza dalla città in cui era nata e vissuta? Cercò
di ritornare con la memoria al momento del loro primo incontro, ma scoprì che
ne aveva un ricordo molto confuso. Strano, perché di solito quelle cose se le
ricordava bene. Chissà poi da chi aveva avuto notizia della stanza? Dopotutto
non è che avesse fatto una grande pubblicità: doveva andarci cauta, perché
quella stanza in particolare l’affittava in nero. Pagava già abbastanza tasse
sull’altro dei due appartamenti che aveva ereditato, per i suoi gusti.
Certo, un minimo di dialogo in quell’occasione
l'avevano di certo avuto e, se già allora la ragazza era così strana, avrebbe
dovuto accorgersene. Scosse la testa, non sapeva proprio cosa pensare ma, se
avesse continuato a farsi tutte quelle domande, era certa che le sarebbe venuto
il mal di testa. Riportò così tutta la sua attenzione su Alessandra e cominciò
a scrutarla, approfittando della sua immobilità.
A prima vista non aveva nulla che non andasse,
osservò. Aveva un aspetto curato (troppo curato per una che usava così
poco il bagno di casa) ed era decisamente carina con quella sua criniera
bionda, i grandi occhi chiari e il nasino all’insù: venti centimetri in più di
altezza e avrebbe potuto tranquillamente proporsi come modella per le sfilate
di moda. Con il pigiama indosso, sembrava quasi una bambola di porcellana. Ai
piedi, notò infine Luisa, stava vestendo dei calzini antiscivolo color carne e
per quello in un primo momento aveva creduto che fosse scalza.
Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano
Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve
et Coagula.
Ecco cosa puoi fare
adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- «Ho bevuto e devo tornare a letto» disse all’improvviso.Luisa le sorrise: «Io farò altrettanto. Giusto il tempo di spegnere il computer e passare dal bagno. A proposito» aggiunse «tu non hai bisogno di usare in bagno?».Le sembrò che Alessandra fosse per un momento come spiazzata dalla sua domanda e anche sul punto di dire qualcosa, ma ebbe all’apparenza un ripensamento.«No, non ho bisogno di usare il Bagno» disse infine e, senza aspettare, oltre si defilò nel corridoio. [continua] (vai alla parte AAAAAAAAAABAAA di Ivano Landi clicca sul link)
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza e coraggio,
l'avventura nel dedalo continua!
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