Alla fine ho scelto l’ingresso più rassicurante. Da
vivo sono sempre stato un codardo, non c’è motivo di cambiare abitudini solo
perché adesso sono defunto.
Il tunnel che mi è apparso davanti agli occhi è
piuttosto esteso. I bassorilievi si estendono ovunque, dal pavimento alle
pareti sino al soffitto. Uno spazio vuoto circolare totalmente ricoperto di
rilievi. Mi ha fatto venire in mente certi oggetti d’avorio finemente cesellati
che ho visto in vari musei: ninnoli estremamente piccoli in cui, miniaturizzati,
erano riprodotte case, persone, città, campagne, animali.
Mi sono fermato a osservare con maggiore attenzione gli
avori intagliati più a portata di vista. Predominano piccole abitazioni di
legno o pelli d’animale, uomini e donne con vesti semplici, animali al pascolo,
utensili primitivi, piante gigantesche. La presenza umana è la più ossessiva:
nel limitato tratto che cingo con lo sguardo si distinguono centinaia di volti,
ognuno diverso dall’altro. Ho calcolato sommariamente che moltiplicando quel
piccolo spazio di pochi centimetri per la circonferenza del tunnel si ottengono
circa due milioni di personaggi intagliati. Se la tipologia e la densità dei
rilievi restasse la stessa anche proseguendo, basterebbero cento metri per
mettere insieme sei miliardi di figure umane miniaturizzate.
Fatti alcuni passi ho notato che le immagini scolpite,
pur restando simili come composizione e stile, hanno qualcosa di diverso: case
in muratura, vestiti più elaborati. Il progresso della civiltà umana si mostra
esteriormente nell’aspetto delle persone.
«Più avanti troverò uomini in giacca e cravatta che
vivono in condomini a dieci piani» ho pensato.
Infatti dopo una cinquantina di passi ci sono proprio
figure intagliate di questo genere: un po’ ottocentesche a dire il vero,
soprattutto per la foggia degli abiti e le capigliature.
«Quindi se vado avanti raggiungerò la mia epoca» mi
sono detto.
Ecco cosa puoi fare
adesso...
- Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
- Sono giunto alla fine del tunnel, trovando finalmente quelli che sapevo essere i miei contemporanei. È così buffo non ricordare il mio nome e cosa ho fatto nella mia vita, ma sapere com'ero stato, quando ero vissuto, forse pure dove.«Sì, anche dove, in Europa di certo» mi sono detto a mezza voce.Un sorriso involontario mi ha increspato le labbra.Fisso quelle figure subito prima dell'uscita, con occhio critico. Più le fisso e meno mi piacciono: mi ricordano zombies.«Pure delle creature fantasy, mi ricordo?» sbotto contro me stesso.
- Puoi scrivere tu una nuova continuazione (di massimo 500 parole) mandandola a ildedalodellestorie@yahoo.it (le modalità sono descritte nella pagina introduttiva, ricordati di indicare il codice nel titolo di questo post).
- Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza e coraggio,
l'avventura nel dedalo continua!
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tecnico/stilistici o di gradimento sulla parte in sé, non per scrivere
continuazioni.
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