mercoledì 21 agosto 2013

Parte ABC di Ariano Geta



 Alla fine ho scelto l’ingresso più rassicurante. Da vivo sono sempre stato un codardo, non c’è motivo di cambiare abitudini solo perché adesso sono defunto.
Il tunnel che mi è apparso davanti agli occhi è piuttosto esteso. I bassorilievi si estendono ovunque, dal pavimento alle pareti sino al soffitto. Uno spazio vuoto circolare totalmente ricoperto di rilievi. Mi ha fatto venire in mente certi oggetti d’avorio finemente cesellati che ho visto in vari musei: ninnoli estremamente piccoli in cui, miniaturizzati, erano riprodotte case, persone, città, campagne, animali.
Mi sono fermato a osservare con maggiore attenzione gli avori intagliati più a portata di vista. Predominano piccole abitazioni di legno o pelli d’animale, uomini e donne con vesti semplici, animali al pascolo, utensili primitivi, piante gigantesche. La presenza umana è la più ossessiva: nel limitato tratto che cingo con lo sguardo si distinguono centinaia di volti, ognuno diverso dall’altro. Ho calcolato sommariamente che moltiplicando quel piccolo spazio di pochi centimetri per la circonferenza del tunnel si ottengono circa due milioni di personaggi intagliati. Se la tipologia e la densità dei rilievi restasse la stessa anche proseguendo, basterebbero cento metri per mettere insieme sei miliardi di figure umane miniaturizzate.
Fatti alcuni passi ho notato che le immagini scolpite, pur restando simili come composizione e stile, hanno qualcosa di diverso: case in muratura, vestiti più elaborati. Il progresso della civiltà umana si mostra esteriormente nell’aspetto delle persone.
«Più avanti troverò uomini in giacca e cravatta che vivono in condomini a dieci piani» ho pensato.
Infatti dopo una cinquantina di passi ci sono proprio figure intagliate di questo genere: un po’ ottocentesche a dire il vero, soprattutto per la foggia degli abiti e le capigliature.
«Quindi se vado avanti raggiungerò la mia epoca» mi sono detto.




Questa parte del labirinto è stata scritta da Ariano Geta, gestore del blog omonimo.




Ecco cosa puoi fare adesso...
  •  Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • Sono giunto alla fine del tunnel, trovando finalmente quelli che sapevo essere i miei contemporanei. È così buffo non ricordare il mio nome e cosa ho fatto nella mia vita, ma sapere com'ero stato, quando ero vissuto, forse pure dove.
      «Sì, anche dove, in Europa di certo» mi sono detto a mezza voce.
      Un sorriso involontario mi ha increspato le labbra.
      Fisso quelle figure subito prima dell'uscita, con occhio critico. Più le fisso e meno mi piacciono: mi ricordano zombies.
      «Pure delle creature fantasy, mi ricordo?» sbotto contro me stesso.
      Un pensiero raggelante e improvviso mi attraversa la mente. Avevo dato per scontato di essere morto, mi sentivo morto. Ma lo ero sul serio? [continua] (vai alla parte ABCA di Maria Todesco, clicca sul link)
  •  Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.
Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



Attenzione: lo spazio dei commenti qui sotto può essere usato per fare commenti tecnico/stilistici o di gradimento sulla parte in sé, non per scrivere continuazioni. 




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