domenica 18 agosto 2013

Parte AAAAAA di Ivano Landi



Le restava comunque un po’ di tempo a disposizione prima dell’arrivo dell’amica. Pensò di mettersi a leggere un libro ma di nuovo le tornò in mente Zio Lupo. Capì così di non avere scelta e dopo avere avviato il computer ed essersi collegata alla rete, digitò le parole Zio Lupo nella casella di ricerca di Google. Non si aspettava niente di che, ma era anche possibile che a qualcun altro oltre lei fosse stata raccontata quella storiella durante l’infanzia e che questo ex bambino o bambina potesse, a differenza di lei, non averla dimenticata. Quando però, dopo mezzo secondo, le apparve la schermata con i risultati della ricerca, Luisa strabuzzò gli occhi incredula: più di settecentomila risultati?! Alla faccia della stirpe!
E anche se era facile supporre che tutte quelle voci avessero solo in minima parte a che fare con la fiaba vera e propria, già la prima schermata era comunque sufficiente a farle capire il reale stato delle cose. In poche parole, mentre lei da bambina l’aveva considerata una specie di segreto tra lei e sua nonna, la storia di Zio Lupo sembrava in realtà essere appena poco meno famosa di quella di Cenerentola e della Bella Addormentata nel bosco. Era contenuta persino nella raccolta di fiabe italiane redatta da Italo Calvino, un libro che in passato era stata anche sul punto di acquistare. Anche i commenti che le capitò di leggere distrattamente nella stessa schermata sembravano messi lì apposta a toglierle ogni pretesa di esclusività. E mi lesse questa storia che mi mise tanta paura... diceva il primo. E un altro: Sono molto legata alla fiaba di Zio Lupo perché mi ricorda la mia infanzia. Frasi che avrebbe potuto benissimo scrivere lei stessa. Così, pensò con un po’ di amaro in bocca, il più classico degli schemi della sua vita tornava a ripetersi: lei si costruiva un castello in aria e la cruda legge della realtà glielo mandava all’aria in quattro e quattr'otto.

Stavolta tuttavia per Luisa fu più facile di altre volte vedere il lato ironico della situazione. In fondo, in confronto ad altre che aveva vissuto, questa era una ben piccola delusione, poco più di uno scherzo. Entrò quindi nella pagina di un sito con l’intenzione di leggere la favola e chiudere lì la faccenda,  cosa che avrebbe richiesto più o meno tre minuti visto la quantità di testo, ma ebbe subito un nuovo ripensamento e si limitò a un copia e incolla. In fondo, rifletté, si trovava sul punto di compiere un gesto quasi sacro, che l’avrebbe forse ricollegata all’atmosfera  magica della sua infanzia e leggere adesso quelle poche righe, come per tappare il buco dell’attesa dell’arrivo di un’amica, le sembrava una specie di sacrilegio.  Magari l’avrebbe letta quella notte al ritorno dalla conferenza, oppure, nel caso fosse crollata dal sonno, direttamente l’indomani.




Questa parte del labirinto è stata scritta da Ivano Landi, autore dei romanzi L'Estate dei Fiori Artici e Solve et Coagula.



Ecco cosa puoi fare adesso...

  •  Puoi scegliere come continuare la storia, scegliendo tra uno dei brani qui sotto:
    • «Ho dovuto chiamarti sul fisso perché avevi il cellulare spento» le spiegò Giulia, seduta al suo fianco.
      Era evidente che nella sua frase era implicita la domanda: «Perché avevi il cellulare spento?».
      «Mi ero distesa per un po’ sul letto» spiegò Luisa «ne avevo bisogno».
      «Allora mi spiace di averti disturbato».
      «Non mi hai disturbato. Quando hai chiamato tu mi ero già alzata. Poi sarebbe stato lo stesso…».
      Erano sedute, in attesa dell’inizio della conferenza, all’interno di una libreria esoterica di piccole dimensioni che vendeva, guarda caso, anche mazzi di tarocchi. [continua] (vai alla parte AAAAAAA di Ivano Landi, clicca sul link).
  •  Se, invece, questa parte non ti ha convinto/a o volevi che le cose andassero diversamente, torna al capitolo precedente  (ti basta cliccare sul link) e scegli un'altra strada o scrivine una.


Forza e coraggio, l'avventura nel dedalo continua!



Attenzione: lo spazio dei commenti qui sotto può essere usato per fare commenti tecnico/stilistici o di gradimento sulla parte in sé, non per scrivere continuazioni. 




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